Il parco divertimenti (1750-1950)
Le novità della piazza introdotte dalla Rivoluzione Industriale
Macchina a vapore, un’invenzione del XVIII secolo che cambierà la storia. Tram non più a cavalli, ma formato da carrozze trainate da motore a vapore.
La tradizionale Fiera delle merci, dei saltimbanchi e dei ciarlatani si evolve sotto la pressione delle nuove forme di energia (vapore, elettricità) e delle nuove conquiste tecnologiche che trasformano la Fiera delle merci e degli artisti ambulanti in una nuova realtà dominata dalla macchina. La creazione di nuovi mezzi di trasporto, come il treno a vapore, e la nascita di empori e negozi favoriscono l’uscita delle merci dalle fiere, perché la Rivoluzione Industriale offre alle merci stesse più veloci canali di commercializzazione e di scambio. La Fiera perde così la sua connotazione di mercato, assumendo sempre più l’aspetto di Parco di divertimento come di teatro rituale.
Questi “pianini meccanici” dal ritmo allegro o accorato si affacciavano sul nuovo secolo come avvento di un nuovo stile, il cui successo fu subito decantato dall’entusiasmo popolare, perché rappresentavano una novità sconvolgente per quel mondo rischiarato dalle lampade a gas e percorso dai tram a cavalli. Strumenti vagabondi, conducevano una vita randagia su carretti trainati a mano o da un ronzino lungo strade polverose e ciottolose per allietare la gente e garantire la sopravvivenza a chi li portava in giro. Le feste popolari erano i luoghi più frequentati.
Grandi novità per le strade e le piazze: arrivano i “pianini meccanici”
Arrivano le giostre
Ecco le prime giostre itineranti in una cartolina d’epoca: sono barchette a colori patriottici, curate da galanti inservienti in “montura”. Non manca il suono festoso di un organetto di musica meccanica.
Giochi, spettacoli, organetti, primi congegni meccanici cominciano a diffondersi nelle piazze occupando tutti gli spazi che prima erano delle merci uscite dal mercato. Gli spettacoli delle fiere cambiano progressivamente la loro veste, acquisendo nuove tecnologie per attirare ed intrattenere il pubblico. Ma fra le novità della piazza quelle che ottennero il maggior successo furono quei giochi, denominati in origine “Altalene” e che nella loro evoluzione tecnologica e ludica diventeranno le “Giostre” del Parco divertimenti, itineranti a partire dalla metà dell’Ottocento.
Altalena Russa verticale, gioco rituale, mosso a mano da tre uomini, alla Fiera di San Pietroburgo nel 1804, antecedente della Ruota panoramica.
Da documenti iconografici sembra che la Ruota Panoramica abbia origine in Russia, dove gruppi di contadini da secoli organizzavano per tradizione giochi primaverili per inaugurare la nuova stagione dell’anno sotto i migliori auspici per i loro raccolti. Il gioco più importante, perché aveva carattere propiziatorio, era il gioco rituale delle Altalene Russe, grandi ruote di legno, mosse a mano, formate da giganteschi bracci incrociati, alle cui estremità erano collocate delle navicelle oscillanti. Sulle navicelle salivano i contadini per compiere un rito magico nella convinzione popolare che più salivano in alto con la ruota e più aiutavano il raccolto a crescere nei campi. Era un rito di origine pagana che si era trasmesso attraverso il tempo.
La Ruota-Altalena russa come appare in Italia alla fine dell’800.
L’Altalena russa, quasi Ruota panoramica, si diffonde in tutta Europa come mezzo di divertimento pubblico, perdendo in Occidente, il suo significato rituale religioso originario.
Il Tobogan di Alessandro Adalio al Parco di Casale Monferrato alla fine dell’800, padre di tutti gli scivoli che verranno
Era una torre in legno del diametro di sette metri. Nei primi tempi la salita alla sommità del Tobogan avveniva a piedi, lungo una pedana inclinata. Successivamente fu messo in funzione un nastro trasportatore, mosso per mezzo di un motore a vapore. Dalla sommità partiva a spirale uno scivolo di legno, lungo il quale scendevano giù vorticosamente, seduti sopra sottili tappeti, gli amanti del brivido. Un piccolo saggio delle moderne giostre di vertigine.
Il Gioco degli anelli in Germania, 1843: deriva dalle Giostre e dai Tornei medievali e darà origine alla tradizionale Giostra a cavalli.
Questo gioco degli anelli ha già assunto la struttura e l’aspetto della giostra a cavalli. Simboli della Belle Epoque, le giostre a cavalli traggono la loro lontana origine dalle Giostre e dai Tornei medievali e rinascimentali, combattimenti a cavallo fra due cavalieri avversari. Queste sfide tra cavalieri sopravvivono ancor oggi nella tradizionale rievocazione storica della Giostra del Saracino o della Giostra della Quintana che hanno luogo in varie città dell’Italia centrale. La giostra a cavalli, dunque, ha un’origine aristocratica, come rappresentazione simbolica delle giostre medievali e rinascimentali, che hanno perso il loro carattere competitivo.
Giostra a cavalli “Peter”, con motore a vapore, alla Fiera del Santo in Prato della Valle a Padova nel 1908: un vero salotto in movimento.
Nei primi anni del ‘900 grande sensazione fece in Italia l’ingresso dalla Germania della favolosa Giostra a cavalli denominata “Peter”, nome del viaggiatore tedesco che l’aveva importata. Questa giostra, costruita con motore a vapore, fece letteralmente sbalordire gli Italiani, che allora potevano costruire solo modestissime attrazioni. I grandi cavalli maestosi, raggruppati a tre a tre, erano veramente galoppanti con movimenti caracollanti tanto veristici da incantare.
Contrariamente a quanto avveniva in tutte le altre giostre a cavalli che si erano viste fino ad allora e che si vedranno in seguito, nella “Peter” il padiglione restava fermo; ruotava invece solo la piattaforma, che così sembrava coperta da un immenso ombrello decorato. Girava solo il pavimento con tutti i cavalli galoppanti seguendo due piccole rotaie sottostanti.
Per quei tempi era una cosa superlativa. Era un vero salotto in movimento: al suo arrivo si tenevano piccoli ricevimenti con distribuzione di fiori e dolci alle signore. Era l’ultimo monumento che la Belle Epoque innalzava per celebrare il cavallo.
Autopiste, Autoballi, Autoscontri
L’elettricità entra in scena negli anni ’20 del ‘900: una vera rivoluzione nel Parco dei divertimenti
Erano gli anni della cultura futurista, del mito dell’eroe, della macchina e della velocità. Attorno all’automobile, alle corse automobilistiche e alle competizioni dei grandi piloti si accendevano forti passioni. I piloti erano gli idoli dell’epoca, che in Italia rispondevano al nome di Tazio Nuvolari, Antonio e Alberto Ascari, famosi in tutto il mondo in questo nuovo sport.
Anche le giostre, da sempre specchio di una società e del loro tempo, non potevano rimanere indifferenti a tanto entusiasmo. Ecco che proprio negli anni Venti nacquero le prime Autopiste.
Autoballo, altra novità che appare in Italia nel 1928 e che poi prenderà il nome più consono di Autoscontro, una giostra di grande successo, ancor oggi frequentatissima soprattutto dai giovani, che trovano in quel festoso e vivace spazio l’atmosfera della discoteca.
Se vuoi approfondire
Il Parco dei divertimenti è anche un centro di diffusione culturale
Oltre ad offrire giochi e spettacoli, la Fiera e il Parco divertimenti avevano una funzione culturale e didattica, consistente nella divulgazione della scienza presso un pubblico prevalentemente illetterato: per comprendere in pieno la portata di questo fenomeno, bisogna considerare non solo il grado di istruzione pressochè nullo di gran parte del pubblico, ma anche la scarsa diffusione delle immagini e degli stessi giornali, la cui circolazione era, infatti, limitata alle élites intellettuali.
In questa funzione di conoscenza, mai esente da una dimensione spettacolare, si possono far rientrare vari generi di esibizioni, per cominciare Musei delle cere che esponevano e illustravano appunto figure in cera rappresentanti personaggi celebri sia contemporanei che del passato.
Nell’800 le Lanterne magiche e i cantastorie, nel ‘900 il Cinema ambulante, attraverso le immagini rendevano visibili la cronaca, la storia, la scienza, le invenzioni e le scoperte, portando frammenti di cultura a comunità lontane e decentrate, che non avevano altre possibilità di scambio.
Le Mostre anatomiche in parte sfruttavano il gusto del macabro e del torbido, ma avevano anche un’indubbia funzione scientifica, presentando figure in cera o in altro materiale riproducenti parti del corpo umano, deformità e malattie.
L’Ottocento fu il secolo d’oro del Teatro dei Burattini e delle Marionette (700 compagnie in Italia), costituendo una delle più grandi tradizioni culturali d’Italia. Nato per un pubblico adulto, interpretava i sentimenti, le aspirazioni e le delusioni popolari, criticando ironicamente i potenti, a tal punto che spesso i burattinai finivano in carcere e venivano perseguitati dalle autorità. Nel ‘900 i teatrini subirono la spietata concorrenza del Cinema e della Televisione. (Vedi sezione “Fiera mercantile”)
L’Ottocento fu il secolo d’oro anche del Circo equestre, lo spettacolo più affascinante di ogni tempo. (Vedi sezione “Fiera mercantile”)
In un mondo senza i mezzi di comunicazione e di informazione di cui disponiamo oggi, la Fiera o il Parco divertimenti era non solo il più importante centro di aggregazione sociale, ma soprattutto era la sola occasione di vivere esperienze culturali e di arricchimento di conoscenze varie e sorprendenti.
Oggi è molto facile conoscere il livello culturale di una persona: basta chiedergli qual è il suo titolo di studio, ma in quel tempo di diffuso analfabetismo, avremmo dovuto chiedergli quante fiere avesse frequentato.