Il luna park (dal 1950 ad oggi)
La completa meccanizzazione della fiera
Fin dal primo decennio del Novecento, nella Fiera senza merci cominciano a far capolino le grandi invenzioni della tecnica e cioè il motore a vapore, il motore a scoppio, la luce elettrica e i motori elettrici che daranno vita ai Parchi divertimento. In particolare dopo la Prima Guerra Mondiale, avendo a disposizione i residuati bellici e cioè motori, camions, auto e gruppi elettrogeni, la Fiera completerà la sua lenta trasformazione, durata per secoli, da grande mercato puro e semplice a fonte di divertimento per eccellenza, giungendo fino al Luna Park vero e proprio del secondo dopoguerra e a quello di oggi, con tutti i vari sistemi sofisticati di movimento delle macchine-giostre ottenuti dall’oleodinamica e addirittura con i miracoli dell’elettronica e dell’informatica.
L’antica Fiera delle merci e il Parco dei divertimenti degli artisti ambulanti si trasformarono ulteriormente sotto la pressione delle nuove fonti di energia e dei nuovi materiali da costruzione: l’elettricità sostituì il motore a vapore, mentre il ferro, l’alluminio e le materie plastiche come la vetroresina sostituirono il legno. Tutto ciò consentì la costruzione di strutture più complesse e sicure, grazie soprattutto al contributo dell’informatica applicata al settore della progettazione delle giostre. Nasce così una realtà nuova dominata dalle macchine: il Luna Park (Parco lunare).
Ingresso al primo piano del museo, nel mondo delle giostre del LUNA PARK
I visitatori, che si affacciano all’ingresso della prima sala, sono accolti dal simpatico sorriso della sagoma di un Brucomela e dal modello grande di una Ruota panoramica che, assieme a diversi altri modellini interni, formano un piccolo Luna Park perfettamente funzionante, vero incanto per piccoli e grandi.
Un Luna Park in miniatura, sfavillante di luci, colori e suoni è una vera attrazione per tutti i visitatori nell’ambiente suggestivo del sottotetto dell’antico Palazzo Strozzi. I modelli di giostre del passato e del presente sono opere di appassionati modellisti: Mario Bragazzi di Melara, alla cui memoria è dedicata la Sala, Ennio Bazzi di Bergantino, Francesco Dalla Laita di Roma.
I modellisti hanno costruito le loro opere artigianali-artistiche utilizzando solo ed esclusivamente materiale di recupero, nel rispetto di una tradizione che così vuole.
Un po’ di storia cercando le origini del Luna Park:
I “Giardini eccentrici” o “Giardini di piacere”
Le immagini e i testi esposti a parete della saletta parlano delle origini lontane del Luna Park, nei giardini delle ville nobiliari del ‘700, detti “Giardini eccentrici”, ricchi di giochi per divertire e sorprendere gli ospiti della villa. Il gusto per il puro divertimento si trasmise poi con facilità dal mondo aristocratico alle feste popolari di piazza: sarà questo passaggio, secondo gli storici, ad influenzare la nascita del Luna Park, adattando alla piazza giochi e spettacoli della nobiltà. Esempio è la nostra Giostra a cavalli di origine aristocratica: nasce da sfide tra cavalieri nei Tornei e nelle giostre medievali che hanno perso il loro carattere competitivo, diventando un gioco dell’anello.
Le dame, che potevano essere cavalieri, tenevano in mano una bacchetta con cui cercavano di infilare un anello posto a lato del percorso: era l’esercizio dei cavalieri, in un contesto diverso, per sviluppare le capacità di mira prima di un combattimento.
(Nel giardino il congegno è mosso da un inserviente da sotto)
Altro esempio è il Labirinto nel “Giardino di piacere” della villa Pisani di Stra (PD), 1721.
Il Labirinto nel giardino di Villa Pisani, con torretta sormontata da una statua di Minerva, fu concepito per scopi soprattutto ludici in un luogo ameno, in cui dame e cavalieri della nobiltà veneziana trascorrevano la villeggiatura giocando, cantando e vivendo passioni nel “labirinto d’amore”, in cui si perdevano per la gioia di ritrovarsi.
Il Labirinto diventa poi, in ambiente popolare, un gioco del Luna Park
Il Labirinto di specchi è conosciuto oggi come un gioco del Luna Park, consistente in un problematico percorso delimitato da specchi ingannatori, in un ambiente suggestivo dove è facile entrare, ma difficile orientarsi per uscire.
Le origini del Luna Park possono essere molto più vicine:
Le grandi Esposizioni Industriali Universali
Mentre le origini lontane del Luna Park sono da ricercarsi nei settecenteschi giardini eccentrici o di piacere, le origini recenti risalgono al periodo fra ‘800 e ‘900, anni in cui le Esposizioni Industriali segnano un momento di scatto tecnologico, in un’epoca definita “Belle Epoque”.
Cos’erano le Esposizioni Industriali e a che servivano? Erano mostre che presentavano al mondo tutti i traguardi raggiunti dall’uomo in campo tecnologico allo scopo di promuovere e sostenere ogni attività produttiva, artistica e commerciale frutto dell’ingegno umano: eravamo in un momento di grande ottimismo.
Fu a Londra che il principe Alberto, per esaltare i traguardi raggiunti dall’industrializzazione, ebbe l’idea di creare nel 1851 la prima grande Esposizione Industriale Universale che ebbe fortunato seguito in tante nazioni del mondo. Ad essa, infatti, seguì la lunga serie di esposizioni universali di cultura e industria, dall’Ottocento ad oggi. In queste grandiose mostre internazionali ebbero il loro spazio anche tante attrazioni e giostre meccanizzate che arricchirono i Luna Park.
Il Palazzo di cristallo, sede della prima Esposizione Industriale a Londra nel 1851
Con il nome di Great Exhibition, la prima Esposizione Universale si svolse dal 1 maggio all’ 11 ottobre 1851 nel Crystal Palace, un immenso edificio vetrato in stile vittoriano costruito per l’occasione nell’ Hyde Park di Londra. Parteciparono 25 Paesi stranieri sul tema: “L’industria di tutte le nazioni”. Quella prima esposizione ebbe ben 6 milioni di visitatori.
Le prime giostre meccanizzate compaiono come vere attrazioni nelle Grandi Esposizioni Industriali Universali di fine ‘800 – primo ’900. La Ruota panoramica diventa simbolo delle Esposizioni Industriali nelle principali città del mondo.
Museo – Sala della storia delle giostre
Il controsoffitto di questa sala non ha solo una funzione estetica, ma vuol ricordare il “Palazzo di cristallo” di Londra, sede della prima Esposizione Industriale del 1851. Il grandioso palazzo era stato costruito come una colossale serra: tutta in vetro e ferro.
In questa sala si va alla ricerca delle origini delle giostre e si ripercorre la loro storia attraverso rare immagini esposte a parete o per mezzo di modellini didattici. (Ph. Giuliano Plorutti)
Qui il visitatore può ammirare fotografie o oggetti d’epoca, in cui prevale ancora l’elemento umano, come nella giostra a cavalli, ed immagini recenti, come nel Frisbee, in cui colpiscono soprattutto gli elementi esteriori ed appariscenti, come i rapidi movimenti, le luci, i colori, i suoni e clamori per uno stordimento collettivo, per il superamento di paure ancestrali in un nuovo e appassionante rito iniziatico.
Il Frisbee
Conserva ben visibile l’originaria struttura dell’altalena da cui deriva, ma tecnologie nuove e nuovi materiali l’hanno trasformato in una delle più vertiginose macchine da Luna Park, come richiesto dalle nuove generazioni, amanti del brivido e delle forti emozioni.
Sala della Gente del Viaggio:
Origine dello spettacolo viaggiante di Bergantino
Questa sala del Museo, dedicata alla cultura locale, racconta, attraverso una ricca documentazione iconografica, la storia di un gruppo di famiglie bergantinesi che, a partire dagli anni ’20 del Novecento, gli anni della depressione economica, quando i Veneti dovevano partire per l’America, s’inventarono un nuovo mestiere, come alternativa all’emigrazione per sopravvivere.
Costruirono giostre con le proprie mani, prendendo come modello le novità che giungevano d’Oltralpe e, cambiando radicalmente il loro modo di vivere, partirono per le varie fiere e piazze d’Italia, inseguendo il sogno di riscatto da una condizione di vita inaccettabile.
Erano piccoli artigiani e braccianti agricoli disoccupati, che, quali pionieri di un’attività assolutamente nuova in una società contadina, aprirono la strada a tante altre famiglie, che divennero nel tempo gestori di spettacoli viaggianti, inventori e costruttori di giostre e di lussuosi caravans, privilegiando questa nuova attività alla prospettiva di un’emigrazione verso zone di maggior sviluppo industriale.
L’argomento è stato ampiamente trattato nella sezione “Museo e territorio”
Sala delle Fabbriche dei Sogni
L’industria del Luna Park nell’Alto Polesine e in Italia
Alla fine della seconda guerra mondiale, negli anni ’40, a Bergantino, dove le giostre costituivano già una realtà molto significativa per la presenza in paese di tante famiglie itineranti, si potè assistere anche al sorgere di laboratori artigianali per la costruzione di piccole attrazioni destinate inizialmente al solo mercato locale. Poi l’attività andò affermandosi gradatamente nel tempo fino a stimolare l’imprenditoria costruttiva dei paesi limitrofi e a penetrare nel tessuto socio-economico di un vasto territorio dell’Alto Polesine.
Conclusione
Oggi questo territorio altopolesano è stato riconosciuto dalla Regione del Veneto come Distretto Industriale Veneto della “Giostra Polesine”. Rappresenta, tra i centri internazionali della costruzione di attrazioni, quello forse più all’avanguardia nella progettazione e produzione di macchine per i luna park, sia mobili che fissi. È infatti in grado di soddisfare, con le sue industrie ed aziende artigianali specializzate, tutte le richieste di un mercato che si è esteso a tutti i continenti.
In questo Distretto dell’Alto Polesine, infatti, si costruisce tutto quanto può riguardare il luna park: dalle giostre di vertigine, espressione della più avanzata tecnologia, ai più lussuosi caravans, dai più moderni impianti di illuminazione e di decorazione ai sofisticati mezzi di diffusione acustica, ai carri speciali per il trasporto degli impianti, alle casse-biglietteria, ecc.: una vera industria del divertimento che consta di una settantina di aziende concentrate su un territorio dove vivono appena 10.000 abitanti.
Di questa complessa realtà socio-economica altopolesana il Museo di Bergantino ha colto i vari aspetti culturali, ma sta estendendo a tutto il territorio nazionale la sua ricerca sulla cultura popolare di piazza per contribuire a far conoscere e a valorizzare storie, professioni e modi di vivere del mondo dello spettacolo viaggiante, spesso oggetto di pregiudizi e non sempre riconosciuto nella sua professionalità e nella sua umana dignità.
L’argomento è stato ampiamente trattato nella sezione “Museo e territorio”