Marino Marini
“Sotto questo dignitoso nome, Piano a cilindro (qui rappresentato in miniatura), si nasconde forse il più popolare, il più romantico ed umano strumento musicale. Intorno a questo strumento scorrono oltre cento anni di vita ispirata ad un romanticismo scomparso, tramandando inni di gloria e melodie intramontabili.
Ai nipoti e ai giovani di oggi potremmo incominciare col dire: C’erano una volta… uomini che giravano su ciottoli in strade polverose e, ponendosi fra le stanghe, tiravano a mano un carretto con sopra un organino per allietare la gente. Pochi i fortunati che potevano disporre di un asino o di un ronzino per il traino del carretto; questi erano chiamati suonatori ambulanti, non avevano casa ed alla sera chiedevano ospitalità in case di campagna sotto alla loggia o nella stalla. Per il contadino era un avvenimento raro; in quella occasione si improvvisavano nell’aia festini da ballo.
Oggi i piani a cilindro sono oggetto di antiquariato. La ricerca non è facile, e, una volta trovati, resta il problema di farli suonare.
Se andate a Napoli e chiedete dei “piani a cilindro”, non sapranno dirvi cosa sono, ma se chiedete dei “pianini”, allora sì!
In Lombardia come in Francia sono conosciuti con il nome di “Organetti di Barberia”, nel Veneto come “Verticali”, nel mantovano come “Viole”, in altri centri come “Organi o Pianole”.
Questi poveri strumenti, di una povera vita su strade polverose piene di buche, sono arrivati a noi sobbalzando, con tanti acciacchi e mangiati dalle tarme e dai tarli. Anche allora, a causa della vita randagia e per mancanza di assistenza, raramente erano in grado di dare il meglio di sé stessi. (Ricorderete il pianino stonato nel magnifico film “La Strada” con la bellissima interpretazione della Masina). Le molte stonature potevano far credere ad una vera caratteristica di questo strumento.
La strada e i cortili erano l’uditorio preferito; il suonatore con una mano girava la manovella, con l’altra, tenendo in mano il cappello, invitava i passanti a cedere qualche monetina. L’obolo veniva anche dall’alto, dai balconi o finestre ed i cinque, dieci o venti centesimi erano avvolti in pezzi di carta perché non andassero perduti”.