Curiosità nel mondo delle giostre

Giostra a catene all’Oktoberfest di Monaco

La Giostra e la vertigine

La vertigine è alla base di tanti giochi di movimento ed è ciò che rende la giostra un’irresistibile attrazione. L’elemento fondamentale che caratterizza la giostra e la rende magica è, perciò, la vertigine, intesa come un vissuto emotivo intenso di chi si sottopone alle sue sollecitazioni fisiche, a volte dure, ma capaci di suscitare emozioni uniche.

Ma che cos’è, in realtà, la vertigine tanto ricercata da bambini e giovani?

E’ un’uscita momentanea dalla realtà circostante per farvi poi ritorno. – risponde lo studioso Roger Caillois nell’opera “I giochi e gli uomini” – Il viaggio effettuato sulle vetture della giostra o sui cavalli è un percorso per lo più circolare e diventa un cerchio magico che chiude ed esclude, estrania dalla realtà circostante e innesca la dimensione della vertigine come nel ballo, in un viaggio al di là della sensorialità.

In altre parole, la vertigine nelle giostre è la perdita della percezione della stabilità. È un’esperienza di dolce smarrimento e di piacevole turbamento, che annulla l’ambiente circostante per vivere momenti di ebbrezza in una dimensione di voluttuoso panico. Sono momenti spontaneamente ricercati dai bambini in tanti giochi come il girotondo, dai giovani che amano il brivido e anche dagli adulti, fino ad una certa età, oltre la quale la vertigine non è desiderabile o diventa addirittura insopportabile. La giostra, allora, rimane il nostalgico ricordo di un’epoca.

La Giostra: com’è nata, dove e perché.

L’Altalena è il gioco più bello e più antico del mondo, ed è stato forse anche la prima “giostra” dell’antichità.

L’Altalena dipinta su di un vaso della civiltà greca – Un’ancella spinge un’altalena domestica per divertire la sua padrona.

L’Altalena è uno degli strumenti di divertimento più antichi, esistiti fin dalle più remote civiltà in tutte le parti del mondo e in tutte le culture. Esistono testimonianze in ogni angolo della terra. Così semplice, per il suo movimento oscillatorio può essere considerata la prima “giostra” dell’antichità, usata sia in ambienti aristocratici che popolari, utilizzata da persone di tutte le età. 

Autori latini, in una civiltà evoluta, riconoscevano nell’Altalena effetti terapeutici rilassanti e la raccomandavano soprattutto agli anziani, che allora non disponevano degli attuali ansiolitici. 

Realizzata in un primo tempo in maniera rudimentale, l’Altalena assunse poi via via aspetti sempre più elaborati, fino a dare origine, in base al movimento oscillante, a tanti tipi di giostre del passato e del presente, come vedremo qui di seguito.

Per trovare l’Altalena inserita in feste popolari di piazza fra le attrazioni pubbliche, occorre spostarsi in Turchia nel XVI° secolo, dove abbiamo testimonianza delle prime giostre altalene: erano altissime e le loro lunghe corde permettevano oscillazioni molto ampie che raggiungevano i ventitre metri di altezza. Per quei tempi erano giostre del brivido, sapientemente manovrate da abili assistenti che guidavano il gioco.

Il moto oscillatorio dell’Altalena, in tutta l’area mediorientale, aveva un significato religioso: celebrava un rito propiziatorio della fertilità e della fecondità della terra, accompagnava il risveglio ed il rinnovamento dei raccolti.

Questa miniatura medievale testimonia che anche la giostra a seggiolini nasce in Turchia da un gioco di altalene fissate sotto una ruota girevole, in occasione delle Feste organizzate dal Sultano.

Miniatura tratta dal Libro delle feste del sultano Ahmed II

Récréations et passe-temps di H.R.D’Allemagne, LibrairieHachette, Parigi.

Questo disegno del XV° sec., è stato trovato in Italia in un manoscritto. È una testimonianza dell’esistenza del Gioco delle Altalene turche, che è già diventata una giostra a seggiolini o a catene da interpretare.

I giostratori sembrano gareggiare tra loro. Quale interpretazione dare al gioco che si sta svolgendo? Quale ruolo hanno i vari personaggi?

All’inizio del XIX° sec. furono costruite strutture più curate. Le assicelle e i sedili delle altalene furono sostituite per sicurezza in Italia da navicelle, sempre con movimento oscillatorio. Ecco allora l’altalena Gondola all’inizio dell’800.

Queste nuove Altalene fisse si diffusero nei giardini pubblici di Roma, Milano, Genova, incontrando il grande favore del pubblico.

Récréations et passe-temps di H.R.D’Allemagne, Librairie Hachette, Parigi.

Récréations et passe-temps di H.R.D’Allemagne, LibrairieHachette, Parigi.

L’idea della barchetta volante ebbe un’ampia diffusione ed una lunga fortuna. Alla fine dell’800, lo stesso imperatore d’Austria fece istallare in una parte dei suoi giardini del Prater le ormai famose Gondole più grandi e più robuste di quelle fino ad allora costruite. Nasce così il parco fisso più antico: il Parco del Prater di Vienna, come luogo di divertimento per il popolo.

Dispensa illustrata n. 20 “L’Esposizione Universale di Vienna del 1873”, Sonzogno Editore, Milano.

Ecco il Barcone, mosso a mano per mezzo di funi, colossale altalena del Parco del Prater di Vienna: assicelle, sedili, gondole e barchette non bastavano più a contenere la voglia di divertimento della bella società austriaca (1873).

Yacht” inglese (1901), barcone riccamente decorato e mosso da motore a vapore. Dotato di organetto, era capace di accogliere più di venti persone: le attrazioni straniere sbalordivano.

L’Italia era ancora in condizioni di arretratezza, perché impegnata nelle guerre risorgimentali.

Ecco, infatti, in Italia, le semplici Barchette patriottiche della Fiera con inservienti in montura (costume alla marinara) e organetto di musica meccanica in una cartolina di fine ‘800: era la prima giostra viaggiante. 

Le giostre non sono per i bambini

In gran parte della documentazione esaminata, si può notare come i primi e principali frequentatori di giostre fossero gli adulti e non i bambini. È bene non dimenticare, a tal proposito, la primitiva funzione della giostra, strumento rituale, propiziatrice di fecondità e fertilità. Nelle società antiche generalmente i giochi avevano carattere religioso e finalità sacrali.

Le giostre, poi, probabilmente, nacquero per divertire i grandi, perché erano e sono loro (ieri come oggi) ad aver bisogno di evadere, di coltivare per qualche istante la loro fantasia, di “uscire dagli schemi” e dalla convenzionalità del quotidiano.

Infine, occorre anche osservare che le prime giostre non disponevano di particolari sistemi di sicurezza, anzi alcune di esse, come ad esempio proprio le altalene, potevano risultare di una certa pericolosità per i più piccoli. Solo a partire dagli anni ’20 del secolo scorso si cominciarono a costruire attrazioni anche per i bambini.

G. Pretini, Dalla Fiera al Luna Park, Trapezio, Udine, 1984.

Arrivano le Gabbie volanti, mosse a forza muscolare delle gambe, anni ’40 del ‘900.

Derivavano dalle precedenti barchette, ma, le Gabbie, essendo snodate, permettevano al passeggero di compiere un giro di rotazione completo rimanendo in piano. E siccome erano più di una, qui avvenivano divertenti gare di resistenza e di velocità a squadre con affanni e convulsioni.

G. Pretini, Dalla Fiera al Luna Park, Trapezio, Udine, 1984.

Il Tappeto volante mosso da motore elettrico (anni ‘80): è evidente la sua derivazione dalle Gabbie, ma assolutamente innovativa è la sua fastosa coreografia da Mille e una notte. Dotato di motore elettrico, contrariamente alle faticose gabbie, può trasportare fino a 40 passeggeri seduti.

Le barchette dei nostri bisnonni oggi sono ingigantite. Il piccolo naviglio dei secoli scorsi, grazie alla meccanizzazione, è divenuto un Barcone enorme, maestoso, che porta 40 persone a bordo, e compie emozionanti ondeggiamenti ampi una ventina di metri, per mezzo di un possente motore. È ancora presente oggi nei maggiori Luna Park.

Il Ranger, giostra di vertigine, nata negli anni ‘80

Le altalene e le barchette sono state trasformate dalla più moderna tecnologia in macchine ardite e complesse, che ricordano le navicelle spaziali, e sono capaci di sottoporre i passeggeri ai più duri maltrattamenti per la gioia di chi cerca nel Luna Park le occasioni per mettere alla prova il proprio coraggio e vincere le proprie paure adolescenziali in un viaggio iniziatico mozzafiato, a testa in giù.

Le Montagne russe

Montagna russa chiamata Himalaja. Ernesto Manfredini, che aveva sposato una tedesca, la importò dalla Germania, solo per pochi mesi, nel 1928: con i suoi duecento metri di saliscendi da far accapponare la pelle, è la costruzione più grande che abbia mai viaggiato in Italia. Prendiamo spunto da qui per una breve ricerca storica intorno alla prima autentica macchina da brivido apparsa nei luna park.

Montagne di ghiaccio nella Russia dell’800.

Le Montagne russe ebbero origine proprio nella terra degli zar. A partire dal XVI° secolo, i contadini russi, infatti, erano soliti, ogni anno, costruire degli scivoli in legno molto alti, anche 15-20 metri. Questi venivano poi ricoperti di ghiaccio e, dalla sommità ci si poteva lasciar scivolare sopra una slitta, ad una velocità impressionante per l’epoca: intorno ai 70 chilometri orari lungo lo scivolo ben levigato, lasciando semplicemente fare alla forza di gravità. Il loro primo nome fu Montagne di ghiaccio o Montagne d’inverno.

Récréations et passe-temps di H.R.D’Allemagne, Librairie Hachette, Parigi.

Una Montagna di ghiaccio a San Pietroburgo sulla Neva ghiacciata nell’800. Il rito dello scivolo.

Una Montagnadi ghiaccio a San Pietroburgo sulla Neva ghiacciata nell’800. Il rito dello scivolo.

Incisione del 1804 tratta da La Piazza Universale, Arnoldo Mondadori Editore, 1988.

Le Montagne di ghiaccio, in realtà derivano da un uso rituale popolare: durante il Carnevale, infatti, era tradizione che i novelli sposi scivolassero dalle alture su slitte davanti a tutto il paese. La slitta veniva trattenuta in cima all’altura dallo sposo e da uomini sposati e scapoli di tutto il paese, finchè la sposa, che era salita sull’altura inchinandosi più volte verso il pubblico, non aveva baciato il marito in quantità ritenuta sufficiente. Quindi gli sposi, saliti sulla slitta, scendevano veloci fra due ali di folla festante. Il rito dello scivolo, praticato dagli sposi dell’anno, era probabilmente ritenuto propiziatorio della fertilità e della fecondità, e quasi certamente aveva una valenza sociale: rappresentava una forma di accettazione della nuova coppia da parte di tutta la comunità, che si arricchiva di una nuova famiglia. Le Montagne di ghiaccio erano un divertimento condiviso anche dagli zar e dalle classi aristocratiche.

“Passeggiata aerea di Parigi”

Dopo la Campagna di Russia di Napoleone del 1812, questo nuovo divertimento si diffuse nei giardini delle varie città francesi, dove le Montagne di ghiaccio divennero Montagne Russe, colossali costruzioni in muratura, e le slitte, in mancanza di ghiaccio, divennero piccoli carrelli con rotelle.

Le Montagne di ghiaccio in Francia diventano “Montagne Russe” in muratura a più percorsi. Récréations et passe-temps di H.R.D’Allemagne, Librairie Hachette, Parigi.

Sono in evidenza i carrelli con rotelle, che scorrevano su apposite corsie. Uscendo dalla madre patria russa, il gioco delle Montagne di ghiaccio perse subito il suo significato rituale originario di Rito nuziale dello scivolo

La Montagna Russa in Italia

Fu importata in Italia dalla Germania nel 1922 da Ernesto Manfredini con il nome di Aereo Otto, lunga 52 metri. Presente per tanti anni nelle più grandi fiere d’Italia, era l’attrazione più importante del Parco dei divertimenti. Dal 1922 al 1928 viaggiò in Italia, forse, solo l’Ottovolante di Manfredini, considerato allora il Re delle Montagne Russe. Ma, ad opera di Emilio Pelucchi, ebbe inizio anche l’attività di costruzione di importanti altre attrazioni, come l’Autopista, l’Autoscontro, favorite dalla diffusione della corrente elettrica.

G. Pretini, Dalla Fiera al Luna Park, Trapezio, Udine, 1984.