Il misterioso labirinto
Il labirinto nella mitologia
Il Palazzo reale di Cnosso a Creta, padre di tutti i labirinti
Ricostruzione grafica dell’immenso Palazzo-labirinto, formato da 1500 stanze (1600 a.C.). E’ il primo e il più conosciuto dei labirinti antichi, attorno al quale nacque la leggenda di re Minosse e del mostruoso Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna: famoso mito che il Museo racconta in tutti i suoi sorprendenti particolari.
Il labirinto nella preistoria, un percorso esistenziale, un viaggio della vita.
Il Labirinto nei graffiti di età preistorica (8000 a.C.) in Valcamonica (BS)
Paleontologi interpretano il Labirinto della Valcamonica come rappresentazione simbolica di un rito funebre dei Camuni: dall’ingresso del percorso verso il centro è un viaggio verso la morte, mentre quello inverso è un viaggio verso la vita e la rinascita. Il labirinto fin dall’antichità è stato associato
all’idea di un percorso esistenziale, un viaggio della vita con le sue difficoltà e le sue prove che solo con l’intelligenza si può affrontare e concludere.
I labirinti della Roma antica e le “danze labirintiche” funebri.
Mentre il labirinto cretese è a cerchio, quello romano è quadrato, e quindi ampliato, diviso in quattro zone con un percorso unico che le attraversa successivamente. In ricordo del labirinto di Cnosso, si creavano mosaici a pavimento che ornavano le ville patrizie, come si vede in questa immagine relativa alla casa del Labirinto di Pompei, che risale al 80-60 a.C. ed è ancora al suo posto. In realtà il labirinto a Roma era spesso legato a riti funebri religiosi, cui partecipavano fanciulle che si esibivano nelle danze labirintiche per rendere onore al defunto.
Il labirinto nel Medioevo cristiano dedicato alla salvezza dell’anima.
Cattedrale gotica di Chartres (1194) in Francia con pavimento a tracciato labirintico
Nel Medioevo (XII-XV sec.) il labirinto subisce una profonda trasformazione in chiave cristiana:
il percorso al suo interno rappresentava il cammino simbolico dell’uomo verso Dio, immaginato al centro del labirinto (luogo sacro) che esprime l’aspirazione ad una rinascita. Questi labirinti nelle chiese venivano percorsi dai fedeli in ginocchio e in preghiera: ciò aveva la validità di un pellegrinaggio a Roma o a Gerusalemme.
Il contenuto ideale del labirinto antico si trasferisce immutato nel Medioevo cristiano. Teseo è Cristo che libera l’anima dal peccato, uccidendo il mostro dentro di noi.
I labirinti verdi nei giardini rinascimentali, altra svolta drastica.
Il “Labirinto d’amore”, gioco di dame e cavalieri.
Nel Rinascimento (XVI sec.) il labirinto segna una svolta drastica. L’uomo si libera della visione dell’uomo peccatore, ossessionato di salvare la sua anima. Il labirinto lascia così gli spazi sacri, le chiese, i monasteri ed entra come ornamento e passatempo ludico nei giardini di palazzi nobiliari allo scopo di stupire e divertire gli ospiti.
Il simbolismo del labirinto si svuota dei suoi contenuti religiosi, non rappresenta più la salvezza dell’anima e nasce così il labirinto d’amore, un luogo in cui perdersi per gioco per poi ritrovarsi.
Il Museo racconta la storia dei labirinti delle Ville della Riviera del Brenta e particolarmente del labirinto di Villa Pisani, uno dei labirinti meglio conservati e più romantici d’Italia, decantato addirittura da Gabriele D’Annunzio.
Il più grande labirinto del mondo, un eclettico parco culturale ideato dall’editore e designer Franco Maria Ricci (1937-2020).
Il labirinto della Masone, 2015, Fontanellato, Parma.
Il Labirinto della Masone è un vero e proprio centro culturale nonché il più grande labirinto del mondo, creato da Franco Maria Ricci, noto editore e designer italiano. Il labirinto è composto da oltre 200.000 piante di bambù, con una superficie di quasi 8 ettari. Il progetto nasce da una promessa che Franco Maria Ricci fece allo scrittore Jorge L. Borges. Entrambi erano affascinati dal simbolo del labirinto, visto come richiamo alla condizione umana di ricerca eterna, inconsapevole del proprio destino che rimane ignoto.
Il labirinto confluisce anche nel Parco divertimenti come gioco, che evoca l’antico percorso problematico della vita.
Il Labirinto è confluito oggi come un gioco anche nel Luna Park, consistente in un problematico percorso delimitato da specchi ingannatori, in un ambiente suggestivo dove è facile entrare, ma difficile orientarsi per uscire.
Il labirinto è, infatti, la metafora più antica del cammino dell’uomo e della sua costante ricerca di sapere, di mettersi alla prova in una sfida al superamento degli ostacoli per affermare se stesso.
Il Museo, raccontando la storia del labirinto, sottolinea particolarmente che anche nel Luna Park il Labirinto è un gioco che rappresenta il percorso esistenziale: lo smarrirsi per poi ritrovarsi, con le difficoltà, gli inganni e le prove quotidiane da affrontare e risolvere solo con l’intelligenza. Il Labirinto è, insomma, la metafora della vita di ciascuno di noi.